sabato 6 febbraio 2016

Scrittura creativa giallo - Christian Calabrese

Un'altra avvincente versione del racconto giallo sulla Signora Brown, questa scritta dal nostro compagno Christian Calabrese!!!

L’OMICIDIO DELLA SIGNORA BROWN

Il 14 Giugno 1981 era un giorno come tanti a Los Angeles quando, alle 8:32 di mattina, il vicino di casa della signora Brown bussò alla sua porta, come ogni sabato, per svegliarla. Era un compito che gli era stato richiesto dalla signora stessa perché essa non amava svegliarsi col suono della sveglia e, parole sue, “se non venisse svegliata da qualcuno, si alzerebbe alle 13:00”, vista l’età di ben 81 anni. Quel giorno aveva trovato stranamente la porta aperta e, essendo lei una donna molto ricca, aveva pensato subito ad un ladro. Di corsa tornò a casa sua, prese la mazza da baseball di suo figlio e, con fare eroico, si precipitò nella casa della vicina gridando che era armato e che non aveva paura. Percorse il piccolo corridoio dell’entrata, poi controllò nella camera da letto, e, notando che Maria non c’era, si allarmò. Appena entrato nella sala notò subito il corpo inerme della vicina. Subito chiamò l’ambulanza pensando che fosse svenuta o morta a causa della sua età. L’ambulanza non arrivava mai e quando finalmente lo fece trasferirono immediatamente la paziente all’ospedale con la massima urgenza, ma ormai non c’era più niente da fare. Maria Brown venne dichiarata deceduta il 14 giugno 1981 alle 8:52 di mattina al White Memorial Medical Center di Los Angeles. Una volta morta, vista la ricchezza della deceduta, i medici fecero subito l’autopsia e solo una settimana e mezza dopo, il figlio di Maria Brown, Carlo Red, seppe i risultati. Essa non era morta per vecchiaia, ma era stata avvelenata con l’arsenico, un veleno potentissimo solubile al contatto con l’acqua. Questo caso così importante venne affidato all’investigatore più bravo, intelligente e famoso del paese, Nelson White. Quest’ultimo, ancor prima di aver incominciato ad investigare, aveva un sospettato, il figlio. Per Nelson era abbastanza ovvio che esso, avendo una mamma così ricca, avrebbe voluto ucciderla per i soldi, ma, investigando meglio sulla vita del figlio, notò che non solo aveva un alibi di ferro (era andato all’acquario a vedere lo spettacolo dei delfini ed era stato anche visto da parecchie persone che potevano testimoniare a suo favore), ma non era così disperato da uccidere la madre. Aveva un posto fisso come impiegato e, nonostante stesse passando un periodo non molto bello, aveva molti risparmi e la madre (una donna molto generosa) lo avrebbe di sicuro aiutato e per ciò, di sicuro, non era stato il figlio ad ucciderla. Quindi doveva capire chi avrebbe tratto vantaggio dalla morte della signora. Sicuramente non era stato un ladro, perché non aveva rubato niente, ma di sicuro era un conoscente perché aveva aperto la porta con la chiave che evidentemente aveva lasciato lì per la fretta. L’investigatore era tornato nel luogo del delitto e dopo aver controllato tutta la casa aveva notato che qualcuno aveva lasciato nel lavabo una tazza con dentro ancora un po’ di tè e, facendola analizzare al laboratorio, aveva scoperto che dentro il tè c’era il veleno, quindi Nelson aveva potuto confermare che l’assassino era amico della vittima tanto da possedere le chiavi di casa e da poter entrare e persino parlare con la vittima. In quel momento era arrivato un suo collega che portava delle informazioni da lui richieste. A quanto pare Maria Brown aveva un giardiniere, un certo Mattia Green. Il suo alibi era credibile, ma Nelson non era molto convinto. Mattia aveva detto che era a casa con la sua famiglia, visto che il sabato era il suo giorno libero. Gli unici che potevano testimoniare a suo favore erano la moglie ed il figlio di 7 anni. L’investigatore non ci credeva minimamente, ma fino a quando non avesse avuto una prova schiacciante, il giardiniere non avrebbe potuto essere toccato. Questo finchè non venne fuori un articolo su un quotidiano. Esso diceva che il figlio di Maria Brown, Carlo Red, aveva perso la causa al tribunale per l’eredità della mamma, contro i vari ereditieri della fortuna. Dopo aver letto quell’articolo, a Nelson mancava l’ultimo tassello del puzzle per capire chi fosse l’assassino. Subito dopo si era precipitato dal notaio della deceduta e gli chiese chi fossero i vari ereditieri della fortuna di cui parlava il giornale. Per tutta risposta, il notaio gli consegnò una lista e l’investigatore subito notò una cosa. Maria era una donna molto generosa, tanto che aveva dato la sua eredità a molte persone. Milioni ad associazioni per aiutare i bambini malati di cancro, handicap e altre malattie gravi, un milione al figlio Carlo Red, un milione al vicino di casa che era stato tanto gentile con lei facendole molti favori, milioni a delle scuole di Los Angeles e un milione al giardiniere Mattia Green. Ormai era tutto chiaro! Era stato il giardiniere! Finalmente Nelson White era riuscito a scoprire l’identità dell’assassino e a capire cosa fosse successo in ogni minimo dettaglio. Mattia Green non avrebbe mai ucciso Maria se non fosse stato per il figlio Carlo. Il giardiniere sapeva che una volta morta, lui avrebbe intascato un milione di euro, ma il figlio voleva convincere la madre a non dare i suoi soldi a tutte quelle persone, ma a darli tutti a lui, il suo unico figlio. Aveva insistito per mesi e la madre stava iniziando a cambiare idea. Mattia capì che se avesse cambiato idea, non avrebbe mai intascato un milione di euro, quindi aveva deciso di uccidere la vecchia per intascare i soldi prima che fosse troppo tardi. Decise così di ucciderla. Sabato 14 giugno era entrato in casa con la scusa di farle un favore svegliandola. Lei si era alzata, si era seduta sulla poltrona in pelle del suo salotto e, nel frattempo, Mattia le aveva preparato il tè con dentro l’arsenico e appena lei bevve, morì. Dopo ciò, il giardiniere, aveva messo la tazza nel lavabo, ma, quando stava per lavarla, si era ricordato del vicino che ogni sabato doveva svegliarla. Guardò fuori dalla finestra e vide che si stava incamminando verso di lui. Non sapeva cosa fare e si era nascosto ad osservare i movimenti del vicino. Quando questo vide la porta aperta, scappò via e Mattia Green sfruttò l’occasione per fuggire, ma, nella fretta, si era dimenticato la chiave attaccata. Subito Nelson aveva mandato una volante ad arrestarlo e, dopo avergli spiegato come avesse fatto ad incastrarlo, lo mandò in tribunale dove il giardiniere era stato condannato alla pena di morte. Finalmente anche questo caso era stato risolto dall’investigatore Nelson White. 



Christian Calabrese

5 commenti:

  1. Molto lungo e bello ...
    Che suspance

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  2. bellissimo!
    mi ha appassionato fino alla fine.
    bravo ragazzo!

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  3. tema ottimo.
    E' molto lungo ma ne è valsa la pena.
    L'ho letto tutto d'un fiato.

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  4. molto bello e intrigante un nuovo scrittore!

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  5. bravo ragazzo veramente un bel tema

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