Un racconto fantasy, questo nato dalla penna del nostro compagno Marco Battaglia, in cui la lotta tra bene e male avviene per l'oro. Praticamente, senza il fantastico, ciò che avviene da secoli e che purtroppo sempre accadrà...
Buona lettura!
Il gigante buono
È questo il nome che tutti avevano affidato
al re del villaggio di Zac. Era altissimo e aveva una forza fisica
inimmaginabile, ma stava sempre dalla parte dei buoni e li difendeva. Tutti gli
volevano bene e lui non esitava mai ad aiutare gli altri con la sua forza.
Tutto questo era bellissimo, ma la pace nel villaggio di Zac non era destinata
a durare. A Tumbler, un villaggio poco vicino, la popolazione era sempre
costretta a lavorare per il re Tumbl. Lui non era mai contento, più aveva e più
voleva e un giorno chiese che gli venisse dedicato e costruito un palazzo tutto
d’oro. Subito si scatenò una caccia all’oro, che non era mai abbastanza, né
prima né dopo mesi e mesi di ricerche. A un certo punto però gli abitanti,
stanchi delle condizioni di lavoro pessime, decisero di fare guerra al re. Dopo
guerre sanguinarie il re mise a tacere la rivolta con degli incantesimi. Tumbl
ordinò subito ai suoi sudditi di invadere il villaggio di Zac, che era
ricchissimo d’oro. Ed è così che si presentava realmente il villaggio: un posto
dove c’è la guerra e re Tumbl voleva l’oro. Lui era cattivissimo e stava
addirittura rapendo degli abitanti di Zac, per poi chiedere loro un riscatto.
In quel periodo il gigante buono era molto lontano da Tumbl ma, appena gli
arrivò la notizia dell’invasione, non esitò a partire. Il viaggio era lungo, ma
lo affrontò con determinazione e coraggio. Tumbl si spaventò subito alla vista
del gigante buono che arrivava su un possente cavallo bianco, ma si era armato
per ogni evenienza. Gli scagliò subito contro una freccia al potere di elisir
che, all’istante, lo rese suo servo. Il suo compito era quello di aiutare Tumbl
a raccogliere l’oro. Ma davvero il gigante buono poteva fare questo al suo
villaggio? Sottomettersi al nemico? Di certo non poteva ma, per ora, non si
poteva negare l’evidenza, perché lui era lì con Tumbl a svuotare i terreni dall’oro.
Con gran dispiacere i racchiani tornarono a Mempis (la capitale) che non era
ancora stata invasa. Ma è proprio in questo momento che il gigante buono si
dimostrò per quello che era veramente: un unico essere formato da quattro
parti. Questo segreto era custodito solo da lui e nessun altro lo sapeva. Tumbl
pensava di poterlo controllare, ma in realtà aveva controllo solo di una parte
di lui. Così il gigante buono potè finalmente pensare a come liberarsi e gli
venne immediatamente un’idea. Pensò:<<Gli sto facendo credere di essere
al suo servizio, ma se passassi un altro minuto così farebbe una brutta fine,
quindi mi devo contenere. Inizio a non rispondere più ai suoi comandi al fine
di innervosirlo. Dopodichè gli spiego che praticamente non ha nessun controllo
su di me>>. Così disse a Tumbl,
alzandosi e buttando per terra tutto l’oro: <<Non hai nessun controllo su
di me! Sto facendo apposta e in questi minuti ho capito che sei un codardo,
losco e traditore viziato dalle ricchezze. Se vuoi tutto il nostro oro te lo
devi guadagnare e non rubare! Se vuoi tutto il nostro oro, combatti!>>
<<Certo che combatto!>>disse Tumbl di tutta risposta convinto
ancora di poter vincere. Il gigante buono sfoderò subito una spada da non si sa
dove, mentre Tumbl farneticava con degli incantesimi inutili. La lotta ci fu
comunque, ma durò meno del previsto, dato che Tumbl si ritirò subito.
<<Giurami che non toccherai più il nostro oro, sarà meglio per te e per
il tuo villaggio!>>furono queste le parole del gigante
buono.<<Certo, non sfiorerò più il tuo villaggio. Andro a prendere l’oro che mi serve da Poor. Anche il suo
villaggio è ricco d’oro.>>
E così il gigante buono tornò a Mempis
vittorioso e fu acclamato nei secoli.
Che bello molto ma molto bello
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