Una fiaba fantasy da leggere tutta d'un fiato questa scritta dal nostro compagno Andrea Biadigo!
IL MOSTRO ACCHIAPPACANI
Ugo
era un ragazzo di dodici anni che viveva allegramente con la sua famiglia e il
suo fido cane Balù in una cascina in montagna.
Come
tutte le mattine il ragazzo, accompagnato dal suo cane, uscì di casa per
andare a fare legna nel bosco.
Mentre
Ugo tagliava un ceppo di faggio, Balù gironzolava allegramente inseguendo una
farfalla. Finito di raccogliere la legna il ragazzo chiamò il suo cane per
ritornare a casa ma non lo vide né sentì... si guardò intorno disperato ma
del cane nessuna traccia, era scomparso nel nulla! Ugo,
spaventato, andò alla sua ricerca. Ma più si addentrava nel bosco più questo
diventava buio e scuro...
Improvvisamente
si trovò innanzi una pianta secca e dal cavo di questa uscii un'ombra che man
mano si trasformò in un mostro che, con un ghigno malefico, disse a Ugo di
avere il suo cane e che era sua intenzione trasformarlo in un goblin.
Il
ragazzo, spaventato dalla minaccia, chiese al mostro cosa avrebbe dovuto fare
per liberare Balù. Il mostro rispose: “ Se vuoi il tuo cane devi trovare il mio
regno e venirtelo a prendere!”
Al
ragazzo venne in mente che qualche giorno prima, passeggiando con il suo cane,
aveva visto una caverna nel bosco e aveva pensato che solo un mostro avrebbe
potuto vivere lì, quindi si incamminò verso di essa.
Durante
il percorso Ugo dovette affrontare molte difficoltà che gli impedivano di
proseguire facilmente ma, grazie all'aiuto di una lucertola parlante, riuscì a
superare tutte le prove che gli si presentavano nel sentiero. Sino a quando, arrivato a un bivio, incontrò
un'aquila traditrice che gli indicò appositamente la strada sbagliata. Infatti,
dopo pochi passi, si trovò immerso in una nebbia. Ugo si sentì bruciare gli
occhi e per il dolore istintivamente li chiuse, ma quando li riaprì non vide
più niente. Intanto le radici degli alberi gli avvolgevano le gambe come
serpenti. A tastoni cercò il suo coltello nello zaino e con esso si liberò
delle radici, ma nel tentativo di fuggire cadde in una buca e proprio in quel
momento la sua vista ritornò. Era disperato... non sapeva più cosa fare...
quando si ricordò della fune che aveva nello zaino. Grazie ad essa riuscì ad
uscire, ritornare al bivio e prendere la strada giusta. Camminava con
circospezione finché incontrò uno scoiattolo che lo rassicurò, spronandolo ad
andare avanti.
Dopo
qualche passo si ritrovò in una caverna dove c'era il mostro che, nonostante
Ugo avesse superato tutte le prove, non aveva nessuna intenzione di liberare
Balù. Il
ragazzo era comunque molto felice perché aveva visto che il suo amato cane era
sano e salvo, ma non poteva abbracciarlo perché era rinchiuso in una gabbia
legata al soffitto.
“Ridammi
il mio cane” urlò il ragazzo. Ma il mostro rispose con una risata di scherno.
Il ragazzo cercò di spaventarlo con minacce, ma il malvagio continuava a ridere. A
questo punto Ugo, spazientito e raccogliendo tutte le sue forze, prese il
coltello dallo zaino e lo scagliò in alto tagliando di netto la corda che
teneva la gabbia e liberando Balù. Riprese poi il suo coltello al volo e lo
lanciò verso il mostro trafiggendogli il cuore. Il
corpo del mostro ucciso si dissolse in una nuvola e svanì nell'aria. E come
lui, alla sua morte, il malvagio regno
svanì e al suo posto apparve un prato verde e ricco di fiori colorati dove gli
animali potevano correre in libertà.
Finalmente
libero Balù corse incontro al suo padrone e felici ritornarono a casa… ma Ugo non trovò più la legna che aveva raccolto
e dovette così ricominciare a farne.
Andrea
Biadigo
Bel finale e nel testo
RispondiEliminaBellissimo testo complimenti
RispondiEliminaBravissimo sei un ragazzo con molta fantasia i tuoi racconti non lasciano indifferenti, devi farne una raccolta. Zia Marina
RispondiEliminache bella favola, da leggere tutta in un fiato, bravissimo!!!! Piero M
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